Questo era un sole che non splendeva, era un sole che solo illuminava dei mattoni vicini.
E i mattoni guardavano lui.
Con tutta la loro argilla assorbivano la sua luce. Felici. Secchi. Caldi.
Lui invece sapeva che c’era dell’altro.
Pensava lei. Corpo nel buio aspettando la luce.
I suoi raggi si allungavano, creando lei.
Si allungavano. Trovando i mattoni belli, rossi, asciutti.
E poi, sì.
Mani scavando nelle profondità insospettate, raccapriccianti, cercando una mattonella per fermare del plastico che svolazza.
E lui sì,
intuendo la vicinanza, intensificando il raggio e puntandolo.
Il corpo viene illuminato. Splende.
Come se fosse una luna nuova.
Funerales Solares
Maputo, Mozambique / Roma, Italia
2010/2012
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